Sylviaderijk.com

La mummia

“Ciao Marja, che bello che sei venuta a trovarmi! Dai, vieni dentro mentre io faccio un caffé.”

“Non disturbo? Ero vicino a casa tua e pensavo. Vado a vedere come stai. Non ci vediamo da tanto tempo.”

“Si, e vero. Noi abbiamo avuto un tempo pieno. Il nostro hotel è in internet, perciò abbiamo accolto tanti ospiti questa estate.”

“Un hotel proprio, chi ci avrebbe mai pensato, che tu hai cominciato un hotel! Ben fatto! Sono molto orgogliosa di te!”

“Grazie, vuoi latte e zucchero nel caffé?”

“No, lo bevo nero.”

“Ah, fai una dieta! Quindi niente torta di mele, quella è fatta in casa con la panna!”

“Un piccolo pezzo, ma senza la panna! Come posso dire no, alla tua torta! Sono sempre molto buone! Allora dimmi, com’è gestire un hotel proprio?”

“Il lavoro è duro. La mattina ci si sveglia presto per preparare la colazione. Nella notte si va tardi a letto. Noi siamo in servizio fino a mezzanotte. Per fortuna abbiamo solo la colazione. Il pranzo e la cena li abbiamo tolti. In questo modo abbiamo tempo per i nostri figli e noi stessi.”

“Ma non perdi la vita privata perché ci sono sempre gli ospiti in giro. Loro sono sempre vicino a voi. Posso immaginare che quando voi volete parlare c’è sempre qualcuno che vi cerca.”

“Si, siamo una famiglia grande! Ma nel pomeriggio siamo chiusi per due ore. Poi c’è tempo per la nostra famiglia. Mangiamo insieme e dopo portiamo i nostri figli a scuola.”

“È vero che nell’hotel succede sempre qualcosa di comico oppure qualcosa avvincente?”

“Marja, tu sei pettegola! Si, è vero. Succedono qualche volta strane cose. Ma io sono sempre gentile con gli ospiti e mi comporto normalmente, quando qualcosa non va.”

“Ma dai, dimmi qualcosa!”

“Va bene, ti dico qualcosa. Normalmente non lo faccio perché a me non piace sparlare degli ospiti. Perciò tu stai zitta! Poco tempo fa c’era per due settimane una coppia vecchia, che era sposata da venti anni. Dopo una settimana  l’uomo mi ha portato i vestiti domandandomi se li potevo lavare. Ho detto che il prezzo per lavare i vestiti, è dieci euro e dopo due giorni saranno pronti. Dopo questi due giorni lui è venuto a ritirarli. In meno di dieci minuti lui era già ritornato. Sua moglie si teneva in disparte. Il suo viso era come un temporale!”

‘Eh… questo non è mio,’ disse lui con una faccia rossa. Lui tirò fuori un piccolo slip rosso.

‘Questo era dentro i miei vestiti puliti che ho preso appena da Lei’

 “Scusi tanto signore. Vi porgo le mie scuse. Questo è dalla una signora che è stata stamattina qui, per chiedere dov’è il suo intimo. Ancora mi scusi!

Intanto sua moglie era di fianco a suo marito. Il suo viso era gentile. Dopo che ho preso in consegna gli slip, la coppia vecchia andava via a braccetto e ridevano andando verso l’ascensore.”

“Avete fatto voi, questo errore?”

“Ma no Marja, gli slip erano nella sua tasca dei pantaloni. Pensavo che,  erano di sua moglie. Che loro dopo venti anni hanno ancora una vita piena di sesso! Ma l’apparenza inganna!”

“Tu hai dato una risposta ponderata, io invece non posso rispondere così.”

“Ah... conosco già un po’ la gente.  Io bado che tutti gli ospiti si sentano dei re. Poi tutti sono contenti.”

“Mi ricordo ancora quando siamo andati a fare la spesa. Tu eri incinta d’otto mesi, tuo figlio era ancora nel passeggino e noi eravamo stanchi morti. Decidevamo se mangiare e bere qualcosa nel bar piccolo. Prima tuo figlio lanciava una bottiglia di succo di pera, tu lasciavi cadere in terra il tuo panino ed io mettevo sale invece di zucchero nel mio caffé. Ti ricordi?”

“Marja! dai bella, mi ricordo come se fosse ieri. Eravamo stanchissime, mio figlio era noioso. Hai comprato una bottiglia di succo e mentre mi hai dato la bottiglia, ho iniziato a mescolarla. Guardavamo in modo strano perché il succo andava dappertutto! Non c’era il tappo sopra la bottiglia! Tutti erano sporchi del succo di pera. Morivamo dal ridere.”

“Eravamo proprio fastidiosi per il proprietario. Soprattutto quando ti eri anche pisciata addosso!” 

“Si, che cosa vuoi, ero incinta d’otto mesi, pensi che puoi controllare la tua vescica! Il proprietario ha avuto un viso cattivo ma doveva essere gentile, perché noi eravamo i suoi clienti!”

“Noi eravamo i suoi re! Hi hi hi.”

“ La storia mi fa pensare a mio papà. Lui era qui con sua sorella tre settimane fa.”

“Che bello! Come sta tuo papà?”

“Bene, lui si sta godendo la pensione.

Sono stati qui per una settimana per aiutarvi. Con il tempo pieno è cambiato il nostro giardino in una foresta. Mio papà ha detto, ‘Hai ancora una stanza libera per me e mia sorella così veniamo per una settimana.’

‘Noi abbiamo una mansarda sopra la nostra camera da letto che lasciamo libera per la famiglia oppure per gli amici. La stanza è troppo piccola per il mio hotel. Ma per mio papà è perfetta. Non voglio che quando ha lavorato tutto il giorno che lui deve ritornare a casa sua. Sono quattro ore di macchina.”

“Il giardino è bellissimo per il piccolo pezzo che ho visto. Tuo papà ha fatto un bel lavoro!”

“Si, lui sa lavorare nel giardino! Il primo giorno qui è stato duro per lui.

Cominciava già in mattina. Sono venuti gli ospiti e non ho avuto il tempo per andare fuori col cane.”

‘Ci penso io!’ lui mi ha detto.

Lui andava fuori e io lo seguivo con i miei occhi. Ha messo i suoi pantaloni nuovi quelli che gli ho appena  comprato.”

“ Ritornò con la ridarella dopo una mezz’oretta a casa. Cosa hai? Gli ho chiesto.”

‘Allora, il tuo cane ha cagato e io sono andato giù in ginocchio per prenderla. Prima il sacchetto non si apriva, e poi quando l’ho presa, i pantaloni sono caduti giù! Ecco ero là, in una mano il guinzaglio e il tuo cane che voleva andare, nell’altra mano il sacchetto mezzo aperto con la merda del cane. Con i pantaloni sulle caviglie!’

“Comincio a ridere, ma papà non hai messo bene la tua cintura?”

‘Quale cintura?’

“Quella che è dentro i pantaloni! Mio papà non l’ha vista, Marja, come abbiamo riso! Lo stesso giorno  succede ancora mentre lui stava lavorando nel giardino. Lui è stato nel bagno e ha dimenticato di chiudere i suoi pantaloni con la cintura.

È succede sul momento quando lui stava parlando con il vicino di casa. Mio papà aveva le mani piene con i rami secchi. Perciò non  poteva trattenerli.

Ecco, mio papà, con i pantaloni sulle caviglie, le mani piene di rami che parlava con il vicino!”

“Che cosa ridicola!” Marja scoppia a ridere!

“ Il più bello viene adesso. La sera siamo a letto, io e Appie parlavamo, com’è stata nostra giornata. Sentiamo sopra di noi un chiasso. Guardavo Appie, e lui mi guardava e diceva,” ‘Che cosa c’è!’

“Non lo so, mentre che sentiamo ancora il chiasso. Poi  silenzio per dieci minuti, e poi ancore questo chiasso. Appie mi ha chiesto se non volessi andare su, per dare un occhio se mio papà aveva bisogno d’aiuto. Dicevo che c’era anche la sorella di mio papà. Comunque quando qualcosa non va, sentiamo presto. Dopo cinque minuti sentiamo ancora il chiasso ma questo volta fortissimo! Sono andata su per controllarlo. Sentivo alla porta della camera da letto dal mio papà. Sentivo parlare sottovoce, e pensavo che tutto fosse a posto. Sono ritornata a letto. Ho dato ad Appie un bacio di buona notte e mi sono rannicchiata nelle sue braccia.

Il giorno dopo a colazione mio papà chiede:”

‘Voi non avete sentito qualcosa ieri notte?’

“Si, abbiamo sentito del chiasso, ma va tutto bene?”

‘Allora, è andato così. Nella notte io non sto mai zitto a letto. Mi giro e mi rigiro. Fino a sonno profondo. Dormo sulla schiena con i piedi incrociati. Ieri notte mi sono girato tanto che il lenzuolo si era avvolto attorno a me. Quando ero in mezzo al letto, questo incominciò ad aprirsi in due. (sono due letti l’uno contro l’altro ma questo mio papà non lo sapeva)

Quando mi sono svegliato ero terrorizzato,  la mia testa e le mie spalle erano già fra i due letti. Stavo provando a liberarmi ma il lenzuolo era stretto in torno di me. Inutilmente andavo più giù fra i letti!’

“Ma perché non hai chiamato tua sorella?”

‘Lei non ha sentito niente! Aveva lavorato tanto nel giardino che si è addormentata come un sasso! Ripetutamente provavo a liberarmi e all’ultimo momento mi sono fermato in un posto diagonale, avvolto nel lenzuolo, fra due letti con solo le gambe e i piedi sopra il letto e la mia testa riposava sul pavimento! Dopo qualche minuto cominciavo a muovermi, ma con gran fatica i letti si erano separati e sono caduto per terra. Questo è stato il chiasso!’

“Mi immaginavo tutta la scena! Mio papà, come una mummia avvolta, i piedi incrociati, impiccato fra due letti! Come abbiamo riso! Marja”

“Tuo papà si è spaventato tanto? Posso immaginarmi che quando stai dormendo e i letti cominciano a separarsi, prendi una paura da morire!”

‘Ridete forte!’ “Lui ha detto.”

‘Ho avuto una paura!’

“Marja, ho una domanda per te. Sei ancora senza lavoro? Ti vorrei fare una proposta. Che ne pensi, di lavorare nel mio hotel ‘Buonanotte’?”

Sylvia